UNA NUOVA SCUOLA

Le trasformazioni in atto nella scuola italiana ne modificano strumenti e contenuti



La valutazione 

  

Ogni attività formalizzata e finalizzata necessità di un controllo relativo alla situazione iniziale, alle attività in corso ed agli esiti finali che può essere definito come valutazione. Il processo valutativo parte da una base oggettiva che si fonda sulla misurazione delle prestazioni e delle prove, implica l’effettuazione di  osservazioni e rilevazioni,  per misurare conoscenze, abilità, competenze, e  la  conseguente formulazione di punteggi. La valutazione propriamente detta avviene quando ad un determinato risultato si attribuisce un giudizio di valore. Ne consegue che l’esito della misurazione ci è dato dalla prova stessa mentre la valutazione è espressa dal valutatore che adotta determinati criteri valutativi per esprimere un giudizio di valore.

 

 

La tassonomia digitale

 

Gli educatori, e coloro che si occcupano di istruzione, conoscono bene la Tassonomia di Bloom, la classificazione degli obiettivi educativi creata nel 1950 da Benjamin Bloom e successivamente (2001) rivista ed adattata da Anderson e Krathwohl, come sintetizzato nella seguente tabella:

Tassonomia di Bloom

Tassonomia di Bloom rivista da Anderson e Krathwohl

valutazione

creare

sintesi

valutare

analisi

analizzare

applicazione

applicare

comprensione

comprendere

conoscenza

ricordare

La revisione di Anderson e Krathwohl della tassonomia di Bloom sposta l’attenzione dai prodotti dell’apprendimento ai processi di pensiero.

 
La scuola che vorrei

La scuola che vorrei

 

Lo scrittore e giornalista Domenico Starnone, intervenendo ad una trasmissione televisiva, dipinge "la scuola che vorrei" facendo l'elenco del peggio e del meglio della scuola:

La scuola peggiore

1. La scuola peggiore è quella che si limita a individuare capacità e meriti evidenti. La scuola migliore è quella che scopre capacità e meriti lì dove sembrava che non ce ne fossero.

2. La scuola peggiore è quella che esclama: meno male, ne abbiamo bocciati sette, finalmente abbiamo una bella classetta. La scuola migliore è quella che dice: che bella classe, non ne abbiamo perso nemmeno uno.

 

L'educazione interculturale

 

Il mondo in cui viviamo è caratterizzato da consistenti flussi migratori e l’ottica interculturale costituisce una prospettiva fondamentale per affrontare le relazioni politiche, sociali e culturali che si stabiliscono fra autoctoni e immigranti. Essa conduce a riflettere su teoria e pratica e sollecita il gruppo maggioritario ad una evoluzione culturale analoga a quella richiesta alle minoranze.  Grazie alla pedagogia interculturale si possono rileggere i saperi insegnati ed appresi nelle istituzioni educative, individuando le strategie efficaci per promuovere la costruzione di una relazione positiva fra soggetti diversi e permettere un inserimento attivo degli allievi stranieri.

 

BES – Bisogni Educativi Speciali

 

L'espressione BES si riferisce ai Bisogni Educativi Speciali ovvero agli alunni che presentano delle difficoltà di vario genere che hanno bisogno di interventi educativi individualizzati e personalizzati. Avere Bisogni Educativi Speciali non significa necessariamente avere una diagnosi medica o psicologica ma vuol dire essere in una situazione di difficoltà tale da necessitare di un intervento mirato e personalizzato. L’utilizzo dell’acronimo BES sta quindi ad indicare una vasta area di alunni per i quali il principio della personalizzazione dell’insegnamento, sancito dalla Legge 53/2003, va applicato in maniera sistematica.