Una nuova scuola

 

La scuola del passato, pensata da Gentile negli anni Venti, era nata per formare la classe dirigente e le classi sociali meno privilegiate venivano selezionate per rispondere alle esigenze del ceto culturale più alto. Un nuovo modello pedagogico ed il processo di democratizzazione avviato negli anni Settanta hanno cercato di sanare l’esclusione delle classi meno abbienti, ma il problema  non è stato ancora risolto. Si discute ancora sul concetto di successo formativo e se sia necessario veramente portare tutti ad un livello elevato di istruzione superiore o invece promuovere dei canali alternativi che permettano ai meno capaci o meno motivati di proseguire su percorsi professionali.

E' necessario non solo assicurare a tutti la possibilità di frequentare la scuola,  ma anche ottenere da ciascuno il massimo dei risultati possibili. Il problema più difficile da risolvere è quello di assicurare una cultura di qualità per tutti, e l’uguaglianza delle opportunità di accesso non è sufficiente al miglioramento complessivo della formazione dei giovani.

Inizialmente i migliori venivano selezionati secondo il ceto sociale, poi è subentrato un processo di selezione per acquisizione, nel senso che ogni singolo individuo può raggiungere collocazioni sociali e professionali rese possibili dalle capacità e competenze acquisite nella formazione. Attualmente per selezione scolastica non si intende l’accezione prettamente meritocratica dei pochi migliori, ma operare nella prospettiva di ottenere il massimo individualmente possibile per ciascuno. Ogni ragazzo, in altre parole, deve essere messo nella condizione di dare il meglio di sé.

Uno dei motivi per cui non si riesce ad aumentare il tasso di successo scolastico, sembra sia la mancanza di una cultura progettuale che porti ad innalzare la qualità della scuola abbandonando l’improvvisazione e l’estemporaneità. Certamente vi è una percentuale di insuccesso dovuta a caratteristiche degli alunni come lo scarso interesse per le attività scolastiche ed una motivazione inesistente. A ciò si aggiungono modelli sociali e valori comportamentali che non rinforzano l’idea dell’impegno scolastico come investimento, ma a volte il lavoro scolastico perde senso, non tanto per la fatica dello studiare e per le incerte prospettive di lavoro, ma per i difficili rapporti con la struttura scolastica e con il sistema scuola. E’ su questo che è necessario intervenire per una nuova scuola che presti maggiore attenzione alle scelte a livello sociale ed economico, al contesto di cui la scuola fa parte, alla qualità dell’insegnamento, alle opportunità lavorative, al personale educativo, alle strutture scolastiche, in altri termini, alla organizzazione e gestione del sistema.

Per approfondire:

Capaldo, N., Rondinini, L. 2002. Gestire e Organizzare la Scuola dell’Autonomia.Trento: Erickson.

http://ospitiweb.indire.it/adi/SemMarzo2005_Atti/Benadusi/Benadusi_2.1Eguaglianza.htm

http://www.totustuustools.net/educazione/CAP07000.html

http://web.ticino.com/giovannigalli/04alfabeto.html