L'autonomia scolastica

 

L’obiettivo di fondo, perseguito dall’ Italia e dagli altri paesi europei che hanno a cuore la questione dell’educazione, è innalzare la qualità dell’istruzione nell’ambito di un progetto complessivo che applichi criteri di efficacia ed efficienza per mirare al successo formativo secondo le potenzialità ed i talenti di ciascuno. L'autonomia delle istituzioni scolastiche permette di realizzare tale obiettivo e sancisce il passaggio da un sistema scolastico centralistico ad uno in cui ogni istituzione scolastica è responsabile delle scelte organizzative e di gestione, un sistema organizzato che opera per progetti per il raggiungimento di obiettivi.

 I fondamenti normativi dell'autonomia scolastica sono nell’art. 21 della legge 59/97 e nel successivo Regolamento attuativo ovvero il D.P.R. 275/99.

Nel primo testo “l’autonomia delle istituzioni scolastiche e degli istituti educativi si inserisce  nel processo di realizzazione della autonomia e della riorganizzazione dell’intero sistema formativo”. Essa può essere organizzativa e didattica, la prima è “finalizzata alla realizzazione della flessibilità, della diversificazione, dell'efficienza e dell'efficacia del servizio scolastico, alla integrazione e al miglior utilizzo delle risorse e delle strutture, all'introduzione di tecnologie innovative e al coordinamento con il contesto territoriale”; la seconda è finalizzata  “al perseguimento degli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa da parte delle famiglie e del diritto ad apprendere.  Essa si sostanzia nella scelta libera e programmata di metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento, da adottare nel rispetto della possibile pluralità di opzioni metodologiche, e in ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale, compresa l'eventuale offerta di insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi e nel rispetto delle esigenze formative degli studenti”. A ciò si aggiunge l’autonomia di ricerca supportata da istituzioni particolari.

Nel Regolamento sull’autonomia essa “si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”.

Questo significa che ad ogni scuola è riconosciuta la legittimità di ripensare gli obiettivi che intende perseguire alla luce delle esigenze, dei limiti e delle risorse a sua disposizione. E' un modello organizzativo in cui le decisioni vengono prese dal basso dove sorgono i singoli problemi e la metodologia usata fa riferimento alla programmazione su misura. Secondo questo modello viene valorizzata la periferia del sistema,  ed i miglioramenti partono dal basso e si irradiano verso l’alto.

La scuola dell’autonomia è una scuola su misura dell’utenza e dei suoi bisogni,  che cerca di rispondere alla differenziazione dell’utenza progettando un’offerta formativa di attività da realizzare nell’ambito scolastico. Proprio nel Regolamento si parla del Piano dell’Offerta Formativa che altro non è che il progetto di base della scuola o istituto e nel quale si realizza la Progettualità dell’Istituzione. Ogni scuola presenta il POF che contiene programmi, attività e corsi. La didattica è stabilita autonomamente dalle scuole, mentre le linee generali dei programmi sono indicate dal ministero. Un aspetto importante della nuova didattica è la modularizzazione dei programmi con altre componenti come la calendarizzazione dell’attività didattica e il reperimento di risorse finanziarie.